mercoledì 25 ottobre 2017

QUANDO TI SENTI UNO STRACCIO

Capitano quei giorni. Quelli in cui ti alzi al mattino e ti sembra di aver lavato pavimenti per anni. Quei giorni in cui brancoli alla ricerca di energia e trovi solo i pezzi di te stesso sparpagliati al suolo. Quei giorni in cui il tuo corpo urla pietà senza ritegno e ti rimanda senza mezzi termini che se abbandoni il letto entrerà in sciopero mostrando i cartelli di dolori che mai avresti pensato di provare. Quei giorni in cui ti guardi allo specchio e riconosci la tua immortalità; la pelle stropicciata, gli occhi gonfi e le occhiaie potrebbero facilmente svelare i tuoi 220 anni o giù di lì. Quei giorni in cui vorresti scappare il più lontano possibile da qualsiasi stimolo esterno. Quei giorni in cui ti senti semplicemente da buttare via.

Proprio quei giorni. Quelli dell'impasse. E che impasse... impassibile.

Sono quelli i giorni in cui ti rendi conto che qualcosa non va. Quei giorni in cui l'immobilità esterna ti mostra l'immobilità interna alla quale stai dando forza. Quei giorni in cui permetti alla stanchezza del  passato di definire il tuo presente. Quei giorni in cui dimentichi la bellezza di quanto hai vissuto e ne ricordi solamente la fatica. Quei giorni in cui la mente ti profila all'orizzonte secoli di sofferenze e tu non hai la forza di zittirla e far spazio al cuore. Quei giorni in cui rinunci al tuo potere di scelta per soccombere all'abitudine di un ruolo. Quei giorni in cui la fiducia sembra svaporare con l'alba.

Proprio quei giorni. Quei giorni così preziosi per sentirsi vivi. Quelli della trasformazione. 







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